I fatti di cronaca denunciati da numerosi quotidiani nazionali e locali hanno segnalato l’esponenziale aumento nel numero e nella gravità di atti di violenza nei confronti di persone omosessuali lesbiche bisex e trans, ecco perchè una legge contro l’omotransfobia è necessaria approvarla subito. 

Gli organi di stampa hanno messo in luce numerosi atti violenti, tutti legate a discriminazioni per motivi di orientamento sessuale e identità di genere.

Abbiamo assistito a una vera e propria escalation dei crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere, con azioni di violenza inaudita, spesso commessi da gruppi nei confronti di singole persone identificate come omosessuali o di coppie omosessuali, anche nel pieno centro di molte città italiane. 

La proposta di legge che verrà presentata il prossimo 25 di giugno si proporrà di realizzare un quadro di maggiore tutela delle persone omosessuali e transessuali, cercando di colmare il vuoto normativo attuale,  in linea con una risoluzione del Parlamento europeo sull’omofobia in Europa, risalente al 2006, rimasta finora inascoltata nel nostro ordinamento, oltre che con numerose decisioni rese dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. 

Dal Parlamento europeo e dal Consiglio d’Europa giunge dunque la sollecitazione a non trattare i crimini d’odio come semplici azioni prive di volontà discriminatoria, circostanza che determinerebbe invece nella popolazione LGBTI la percezione che lo Stato non sia in grado di garantire una adeguata protezione a soggetti più vulnerabili rispetto alla maggioranza della popolazione.

Di seguito trovate un ventaglio di dati, italiani ed europei, che permettono di misurare concretamente le condizioni di vita ed esistenza delle persone lgbt e delle discriminazioni e delle violenze subite.  

I dati che rendono urgente una legge contro L’omotransfobia

Secondo la Rainbow Europe Map 2020 di Ilga Europe (International Lesbian and Gay Association – Europe) l’italia è ancora tra gli ultimi Paesi in europa a tutelare le persone Lgbti

La Rainbow Europe Map dal 2009 monitora 49 Paesi tra Europa e Asia centrale. 

Rispetto al 2018, l’Italia è scesa da un indice del 27% a quello attuale del 23%. 

Questa percentuale esprime la presenza del riconoscimento e della tutela dei diritti civili, la presenza di leggi contro i crimini d’odio, l’educazione nelle scuole, le tutele sanitarie e sociali.

Peggio di noi stanno  Ucraina e Biolorussia 22%, Bulgaria 20%, Lettonia 17%, Polonia 16%,Romania e  Moldavia 19%, Russia 10% e Turchia 4%. Guidano la classifica Malta 89%, Belgio 73% e Lussemburgo 73%.

L’Italia è in particolare l’ultimo Paese tra i fondatori dell’Unione Europea a non avere una legge contro l’omotransfobia, che equipari odio razzista e odio omo-transfobico, necessaria per garantire la possibilità di denunciare gli episodi di omofobia. 

Un simile provvedimento è previsto in quasi tutte le legislazioni dei Paesi Ue, eccetto Repubblica Ceca, Lettonia e Bulgaria.

Tra le principali mancanze italiane anche l’assenza di provvedimenti per l’educazione sessuale e di genere nelle scuole.

L’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione Europea monitora le condizioni di vita nei 28 paesi Europei, delle persone lgbti.

Nella seconda indagine pubblicata quest’anno  dopo quella del 2014,che si basa su di un campione di 140.000 persone nei 28 Paesi dell’unione Europea, quest’anno allargato anche alle persone Intersex e alla fascia di età tra i 15 e i 17 anni,  il nostro Paese si trova spesso al di sotto della media Europea. 

Solo l’8% in Italia crede che il Governo combatta effettivamente l’intolleranza e il pregiudizio contro le persone Lgbti (la media europea è al 33%).

Il 30% dei partecipanti evita alcuni posti per paura di subire discriminazioni (EU 33%).

Il 41% dei partecipanti dichiara che il pregiudizio e l’intolleranza sono aumentati (EU 36%).

Il 32% denuncia discriminazioni e/o molestie nell’anno precedente al sondaggio (EU 38%).

Solamente il 39% ha dichiarato il proprio orientamento sessuale (UE 47%)