“La legge che verrà. Dialoghi sul ddl Zan” è una rubrica di approfondimento sulla legge contro omotransfobia e misoginia, che ha iniziato il suo iter alla Camera dei Deputati lo scorso 3 agosto. Fabrizio Filice, magistrato e componente del gruppo di lavoro sulla violenza domestica e di genere presso la VII Commissione del Consiglio superiore della magistratura, dialoga con Rosario Coco, attivista e formatore di Gaynet, tra i promotori di Da’ Voce al Rispetto.
Questa sesta puntata, volgeremo lo sguardo verso un caso concreto di cronaca, quello di due ragazzi allontanati in discoteca l’uno dall’altro dopo essersi dato un bacio.
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È notizia di poche settimane fa quella di due ragazzi separati in una discoteca mentre si baciavano, con la scusa delle norme anti-COVID, davanti altre coppie etero alle quali invece era consentito di fare la stessa cosa. Che ne pensa di questo caso?
Prima di tutto mi lasci dire che per un Giudice non è mai buona norma commentare casi di cronaca sulla base di notizie giornalistiche. Non so se in questo caso ci sia – o se ci sarà – un seguito giudiziario, e di che tipo, alla vicenda; in questa eventualità sarà chiamato un Giudice, come Giudice di quel caso, a ricostruirlo e valutarlo in modo completo e corretto.
Limitandoci ai fatti descritti dalle cronache, quali tutele in più potrebbe offrire la Legge Zan in casi come questo?
Mi limito a dire che se effettivamente fosse confermato che il personale di vigilanza del locale ha consentito ad alcune coppie eterosessuali di scambiarsi baci ed effusioni mentre è intervenuto a separare una coppia omosessuale, io vedrei almeno due profili giuridicamente sensibili:
il primo chiaramente è quello del fattore discriminatorio in relazione all’orientamento sessuale; che però, allo stato, non essendoci ancora una legge come quella di cui si discute, resterebbe penalmente irrilevante, sì che un’eventuale denuncia di questo profilo andrebbe archiviata perché il fatto non sussiste o perché non è previsto dalla legge come reato (se si ritenesse invece applicabile l’illecito amministrativo previsto dall’art. 187 del regolamento di esecuzione del Testo unico di sicurezza pubblica, interpretando la condotta del personale di vigilanza come un impedimento ai due ragazzi di fruire delle prestazioni del locale in condizioni di parità rispetto agli altri).
L’altro aspetto attiene invece alla condotta violenta che sarebbe ravvisabile nell’essere intervenuti a separare fisicamente i due ragazzi mentre si baciavano: condotta che già oggi potrebbe integrare il delitto di violenza privata previsto dall’art. 610 del codice penale ( ammesso che non ci siano state anche percosse o lesioni); lo stesso reato, se commesso sotto la vigenza della legge Zan, qualora venisse approvata, sarebbe aggravato per essere stato ispirato da una chiara finalità discriminatoria legata all’orientamento sessuale.