Manifestazione “Spazza l’Odio – Da’ Voce al Rispetto” a Livorno, 11-07-2020

“La legge che verrà. Dialoghi sul ddl Zan” è una rubrica di approfondimento sulla legge contro omotransfobia e misoginia, che ha iniziato il suo iter alla Camera dei Deputati lo scorso 3 agosto. Fabrizio Filice, magistrato e componente del gruppo di lavoro sulla violenza domestica e di genere  presso la VII Commissione del Consiglio superiore della magistratura, dialoga con Rosario Coco, attivista e formatore di Gaynet, tra i promotori di Da’ Voce al Rispetto.
Questa quarta puntata parliamo di omotransfobia e Scuola, uno dei temi più discussi della legge sul quale si svilupperà probabilmente ulteriore dibattito. 

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Uno dei temi più caldi della legge, di cui sicuramente si discuterà alla riapertura dei lavori dell’aula riguarda la parte relativa alla giornata contro l’omolesbobitransfobia. Tra gli emendamenti approvati in Commissione, all’articolo 5, sono state tolte le diciture “in particolare” e “ di ogni ordine e grado” relativamente all’introduzione della giornata nelle scuole. Omotransfobia e Scuola sono ancora tabù?

Sembra che la modifica voglia “alleggerire” il riferimento alla scuola come luogo elettivamente deputato all’educazione, al rispetto e al riconoscimento  delle differenze, sostituendo il riferimento alle scuole di ogni ordine e grado con quello, più, essenziale, alle scuole.

Probabilmente l’intenzione che ha animato questa precisazione riflette il pregiudizio distopico di una scuola di regime, che tenda a indottrinare le/i bambine/i con la famigerata teoria del  gender, che tutti temono ma che  pochi ( davvero pochi) conoscono.

In ogni caso questa impostazione tradisce ancora una volta l’ignoranza di cosa significhi fare memoria con la legge.

Lo Stato fa continuamente memoria: con le giornate della memoria, con i musei, con la toponomastica o  con la legislazione memoriale, anche penale ( ad esempio in materia di negazionismo).

Cosa implica esattamente fare memoria ?

Le attuali società sono ‘super diversificate’, come ci insegna l’antropologo Steven Vertovec che ha appunto introdotto il concetto di superdiversity;  ma anche all’interno di queste,  lo Stato mantiene da un lato il dovere di operare un  bilanciamento tra pluralismo e integrazione e, dall’altro,  di promuovere un’auto-percezione collettiva che coincida con la scala di valori costituzionali; in questo senso la XII disposizione  transitoria della Costituzione dice molto di più del divieto di ricostituzione del partito fascista; l’antifascismo è una direttrice che si muove su due principi madre: dignità della persona e tutela delle minoranze. A questo serve la legislazione memoriale.

A chi corre l’obbligo di ricordare ?

La legge commemorativa  di tipo ottativo, didattico: non c’è sanzione per il cittadino che si sottragga alla commemorazione ma è vincolante per i poteri pubblici; e il cittadino che si pone contro può farlo, è una sua scelta,  ma deve sapere che la sua scelta è in contrasto con l’ordinamento giuridico.